I miei chiodini – Parte 3

 

3 – Quando è morto mio papà

Mio papà è morto lo scorso dicembre. Ad agosto stava di lusso, lavorava nell’orto, sfrecciava in bicicletta, mi stirava le camicie nonostante gliele nascondessi. Aveva un leggero dolore allo stomaco.
Il 14 gli hanno diagnosticato un adenocarcinoma al pancreas e poi tipo un gettone neoplastico e boh tutte ste menate.
Ha avuto una vita non facile, come tanti del resto. Ha fatto la terza elementare e poi ha cominciato a lavorare. Il cammionista, il metalmeccanico e una volta in pensione il giardiniere.
E forse ha contribuito a consolidare lo stereotipo del padre di famiglia operaio anni ’70, capo famiglia che si aspetta la tavola pronta, che il sabato sera lo passa al bar con gli amici e la domenica al campo sportivo a vedere la mottese. 
Poi la sua vita ha preso un chiodino.
Mica da ridere.
Mia mamma si è ammalata di tumore.
Ci ha messo sette anni a lasciarci ma io credo che, con tutte le cose terribili che questo ha comportato, lei abbia avuto una grande fortuna.
Mio padre è cambiato.
E’ diventato affettuoso e premuroso. O meglio, lo è sempre stato ma ha imparato a non avere paura di manifestarlo.
Non ho mai pensato alla morte dei miei genitori, sono cose che credi sempre capitino ad altri finchè non succedono a te.
Però non pensavo che mi sarebbe mancato così tanto.
Comunque ho avuto la fortuna di stare vicino ad entrambi, di dargli tutto il bene che potevo e prendermi tutto quello che loro avevano per me, fino alla fine e senza rimpianti.
Andate a trovare i vostri vecchi, oggi se potete.
Guardate che sono loro i veri eroi.
Gente che ha il coraggio e la forza di stare insieme per 60 anni, sopportando problemi economici, di salute e crescendo (in maniera splendida direi) due scapestrati.
Rivoluzionari silenziosi.

2 – Il primo bacio alla martis

Non voglio dire molto.
Se non che la martina è esattamente quello che non mi aspettavo.
E’ la vita che desideravo avere senza saperlo.
E’ la sorpresa più grande e meravigliosa che non mi aspettavo e nemmeno meritavo.
E il giorno in cui ci siamo baciati per la prima volta, il 4 agosto in mezzo all’arena di Verona, la mia vita ha preso il chiodino più grande.
Insomma uno dei due più grandi diciamo 😉

1 – Il primo posto

Erano le due di notte e io ronfavo secco come un tasso quando la martis mi ha chiamato dal bagno che non stava bene.
Sono sceso di corsa vestito come un rom e siamo saltati in macchina diretti verso il pronto soccorso. Anche se cercavo di rassicurare la martis ostentando sicumera, dentro ero terrorizzato. Anzi ad un certo punto mi sono addirittura tranquillizzato tale era la certezza che tutto sarebbe andato per il peggio.
Una volta in ospedale ci hanno dirottato verso un altro pronto soccorso. Una volta arrivati ci hanno ricevuti di corsa.
Due dottoresse hanno fatto sdraiare la martina e qui è successo tutto.

Ecco, io ora credo che uno pensi sempre di aver visto un discreto numero di posti, di aver conosciuto un certo numero di persone, di averne fatte di cotte e di crude e così via.
Però adesso SO che non c’è nulla dico NULLA al mondo che può prepararti per questa cosa.

 

Quindi una dottoressa ha posato la sonda sulla pelle della martina dopo averla cosparsa di gel. Ha ravanato un pò emettendo qualche mugugno. Poi ha detto che era tutto a posto e ha premuto un pulsante magico e sullo schermo è comparsa una forma d’onda e da non so quale speaker è uscito questo battere ritmico e velocissimo. Quel pulsante, l’istante in cui l’ha premuto… è come se fosse stato collegato a me e avesse spento premendolo il centro della coscienza. Mi sono sentito molle molle, piccolo. Ho cominciato a scusarmi perchè sapevo che stavo per cedere e siccome nessuno mi cagava mi sono sentito stupidissimo e dicevo cose assurde tipo chissà quanti ne vedete così e scusate e… e poi ho ceduto davvero e sono scoppiato a piangere e in quel battere veloce di tamburo ho capito tutto.

 

Insomma, quando senti per la prima volta il cuore di tuo figlio battere, la tua vita cambia per sempre.
Dentro la pancia della martina c’è un bambino.
Ce lo abbiamo messo noi con un sacco di amore, il più grande del mondo secondo me.
Abbiamo combattuto la morte con la vita (Grazie Mat).
La martis dice che questo bambino è mio papà che torna sulla terra.
Può essere.
Io so solo che questo è il mio greatest hit, la cosa migliore che sono riuscito a fare.
Non solo, mi è venuta facile  forse l’unica cosa buona dopo una vita di vicende variamente inutili.
Beh, l’unica…
Datemi un paio d’anni almeno 🙂

Immag013

Andrea o Valentina Pizzochero

3 commenti su “I miei chiodini – Parte 3

  1. Non riesco ad essere presente fisicamente nella tua vita , ma con il pensiero ed il cuore ti sono sempre accanto. Quello che scrivi e quello che trasmetti con le tue foto riescono ad emozionarmi come pochissime altre cose .
    Da ragazzi si vive di assoluti da uomini si vive di battiti e da papà capisco perfettamente la sensazione…
    Un abbraccio
    IL LU

  2. A volte la vita ti porta con i suoi ritmi frenetici a non pensare al presente per rincorrere un futuro che magari non raggiungerai mai, hai delle persone bellissime accanto e non te ne accorgi o quasi…
    …ma poi succede qualcosa che ti infila nelle scarpe un bel quantitativo di piombo, ti pianta nella terra come un omino del Subbuteo nella sua semisfera, ti guardi finalmente intorno e ti accorgi di cosa hai trascurato.
    Caro Ciccio, ho letto i tuoi post e mi sono commosso, sei una persona con un cuore grande così e insieme alla “Martis” e ad Andrea siete una delle poche parti “buone” del mondo.
    Spero che anche Cristina ed io riusciremo ad essere così…
    Nel frattempo non ci perderemo più di vista…
    …è una promessa…?
    …una minaccia? 🙂
    Ti voglio bene fratello…
    …ma proprio tanto.
    Grazie di esserci.
    Cece.

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