I miei chiodini

 

Io la vedo molto semplice: quando ero giovane e andavo ai carocini, c’era la sala giochi che aveva sta macchinetta. Tu mettevi dentro il gettone in cima e questo scendeva picchiando contro una serie di chiodini messi a piramide. Sotto c’era una specie di rastrello che spingeva fuori le monetine che cadevano. Quando ce ne erano un pò, queste cadevano e te le potevi prendere. Ogni volta che la monetina prendeva un chiodino, cambiava direzione e se vedevi la monetina che deviava verso il mucchietto in basso, non era detto che la monetina poi finisse lì. Ad ogni chiodino la direzione cambiava. Solo quando la monetina era abbastanza in basso, avevei un discreta sicurezza di dove sarebbe finita. Ma non si poteva mai dire.
Ecco, io credo che la vita sia un pò come questa macchinetta e che si becchino via via una serie di chiodini. Qualcuno non influenza il percorso, qualcuno ti allontana o ti avvicina al mucchietto.
Anche se 37 anni sono un pò pochi per fare un bilancio, di seguito, i miei chiodini top fourteen.

14 – La guerra nucleare

Era il 1984, l’anno di George Orwell e del suo Grande Fratello, quello vero. C’erano Reagan e l’edonismo e Andropov che di edonistico non aveva nulla ma che se prendeva un raffreddore spariva 4 mesi e poi dicevano che era morto. Mi ricordo che scendevo le scale ed ero sicuro che sarebbe finito il mondo per colpa della Terza Guerra Mondiale e in quel momento era tippo quando l’incubo diventa troppo forte e dici adesso mi sveglio e ti svegli tutto agitato. Però non mi ero svegliato e sono rimasto terrorizzato qualche attimo. E’ stata la mia prima grande paura. Terribile.

13 – La mia laurea

Mi sono laureato in ingegneria il 13 dicembre 1997dopo 7 anni.
Sono stati 7 anni veramente densi, di esperienze, di sentimenti, vere e proprie montagne russe emozionali. Pensavo mi sarei laureato per i miei, perchè ci tenevano tanto e perchè sarebbe stato per loro motivo di riscatto sociale, loro, operai con la licenza elementare con un figlio ingegnere. Ed è stato soprattutto per quello, ma mi sono reso conto, il giorno dopo o forse qualcuno più in là che in realtà avevo vissuto perseguendo un obbiettivo e che era fondamentale averne  uno altrimenti sarebbe stato il vuoto.
Sono poche le cose di cui mi vanto (molte di più quelle di cui mi vergogno) però regas, lì, in sede di discussione della tesi, ho veramente spaccato. Ho tenuto banco, contro un relatore che mi fa alla fine , testimone Paolo: "Complimenti, la commissione ha apprezzato la tua esposizione nonostante io abbia fatto di tutto per abbassarti il voto". Bella CiCCiO, almeno una roba fatta bene.

12 – La prima volta che ho preso l’aereo

Andavo in Gran Bretagna per una vacanza studio di tre settimane a presso l’università di Swansea in Galles. Avevo in testa le cuffiette del walkman a cassette con su Between di lies  dei RATT e quando è partito e mi ha incollato al sedile è stato davvero forte. Bello, me loo ricoro ancora.

11 – Quando non mi hanno preso a fare Erasmus

La mattina io e il Paolo avevamo il colloquio, con quello che sarebbe stato il mio relatore e due Prof. dell’università di Glasgow. Mi hanno fatto qualche domanda sugli studi poi è diventata una chiaccherata su musica e altro. Gli altri studenti ci guardavano straniti tanto strana sembrava la confidenza. L’inglese mi è sempre venuto bene, non so perchè.
Comunque alla fine mi hanno detto che in 15 giorni avrebbero compilato la lista di candidati e riserve.
Dopo due ore ero lì a vedere se c’era la lista.
Sono stati i 15 gg più lunghi della mia vita (e anche di quella di Paolo mi sa 😉 ) ma quando le liste sono uscite, il nome di Paolo c’era ma il mio no.
Il Prof. avrebbe detto che siccome l’inglese lo parlavo già bene, non avevo bisogno di quella esperienza.
Ancora mi è rimasta qua…

10 – CiCCiO.iT

L’ho registrato nell’aprile del 2000, il giorno stesso in cui la Registration Authority ha deciso che bastava il codice fiscale e non la partita IVA. E da allora, è stato mio amico, confessore e pigmallione. Bella CiCCiO, cominci ad avere la tua età!

9 – Il giorno che sono partito per militare

Era il 18 febbraio 1998
O meglio le 23.30 del 17.
Mio fratello e la Dani mi avevano accompagnato in centrale a prendere il treno. Vado a fare il biglietto e davanti a me c’è uno coi genitori che fa un biglietto per Orvieto. Anche tu a militare? Bene, magari ci becchiamo sul treno. Beata ingenuità.
La scena non la dimenticherò mai.
Su dalle scale mobili e passato il varco dei binari, una distesa di ragazzetti sostava davanti a un treno intero diretto ad Orvieto.
E’ stata l’eperienza più forte e formativa che abbia mai fatto e dieci mesi dopo ero molto diverso e decisamente cresciuto. Credo sia un peccato che non ci sia più la leva obbligatoria. A me è servita.

8 – La prima volta che una ragazza mi ha sorriso

Sorriso sul serio intendo. Facevo la quinta superiore. Avevo i jeans scoloriti, gli anfibi, il chiodo di pelle e lo zaino militare con scritto Iron Maiden.
Facevo l’Istituto Tecnico che di ragazze non ne ha mai viste molte. La biondina di quarta emmeci eradavvero carina. Bellissima per me.
Probabilmente restavo imbambolato a guardarla come un defi. Altrettanto probabilmente lei se ne era accorta.
Siamo stati insieme sei mesi anche se a me sono sembrati sei anni.
Sono stato davvero bene, tranne quando il suo ex detto Conan mi ha inseguito in moto in campagna.
Però lei parlava di matrimonio già allora e lasciarla è stata insieme la cosa più difficile e giusta che abbia mai fatto.

7 – Il mio primo stipendio

Ho cominciato a lavorare il 4 gennaio 1999, 13 giorni doppo essere tornato da militare. Altri tempi. Mi sono permesso di rifiutare le offerte di HP, Microsoft, CA e l’allora Andersen Consulting. Per uno stipendio di 40.000.000 lordi annui presso UUNET, startup dell’ormai defunto gruppo MCI Worldcom.
Ecco  il giorno dopo aver preso lo stipendio 2.650.000 lire, ero da Lucky Music con Frank e Fabrizio. Vedo sto Ibanez Custom made, 4 corde, Honey Sunburst, pickup Bartolini.
Chiedo al tipo di Lucky se me lo fa vedere e quanto costa. Lui mi dice no non te lo tiro giù costa troppo allora Frank chiama il titolare e gli dice tutto e quello arriva e si scusa che il sabato c’è casino e io gli dico senti non mi interessa, quanto costa? Lui mi fa 2.750.000 e io gli dico non lo provo neanche, tiralo giù che lo prendo.
Una soddisfazione un pò cara ma che ricordo ancora oggi 🙂

6 – Il mio primo click

Non con un mouse. Volevo una reflex. Volevo farle io le foto, avere il controllo. Avevo cercato di spiegarlo ai miei ma se ne erano usciti con qualcosa che non centrava nulla a natale. Allora ci avevo riprovato un mese più tardi con il mio compleanno ma mi avevano regalato una Canon snappy. Teneri 🙂
Però non centrava nulla. E aveva contribuito a sopire lo stimolo.
Questo succedeva quando ero in prima media. Sette anni dopo, dopo aver dato forse il secondo esame e aver portato in giro un po di cassette dell’acqua, mi compravo la mia amata Minolta x-300 con un 24-70mm a priorità diaframmi senza autofocus. Mi ricordo che inserito il primo rullino e inqudrato qualcosa di poco significativo, il rumore dello specchietto che si alzava e dell’otturatore che si chiudeva, insieme alla vibrazione che il movimento produceva mi aveva regalato una sensazione unica. E un sacco di cose cambiavano. Mi capita ancora di scattare a vuoto, solo per sentire quel rumore. Oggi dopo una EOS 33, una 20D e una 40D, lei è ancora lì sullo scaffale ma per

fettamente funzionante.

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