Un po' di musica, un po' di fotografia.

Allora,
sento sempre più spesso colleghi (boom, era un pezzo che volevo usare questa parola parlando di fotografi professionisti 😀 ) lamentarsi del fatto che il mercato è inflazionato da fantomatici pseudoprofessionisti, dopolavoristi, weekend warriors, gente insomma che può permettersi prezzi ridicoli perchè si mantiene con un altro lavoro, non deve necessariamente far crescere un business, gioca sporco dal punto di vista fiscale.

E’ forse un fenomeno relativamente nuovo nel mondo della fotografia, dovuto principalmente al fatto che i costi di ingresso si sono abbattuti drasticamente. Una volta il fotografo era quello che faceva un certo tipo di investimento in attrezzatura, doveva dotarsi di una camera oscura e aveva dei costi di sviluppo e stampa non indifferenti.
Oggi se vuoi aprire un ristorante devi affrontare un investimento consistente e magari accendere un mutuo mentre con una reflex da 600€ e un pc sei pronto per fare “il salto” senza manco un biglietto da visita.

In realtà è un fenomeno che esiste da sempre e i cui danni per chi fa il “professionista” sono tutti da valutare.

Quando ero un giovine pischello col kiodo, i jeans attillati scoloriti in candeggina e gli anfibi, mentre i miei amici passavano il sabati a giocare a calcio e le domeniche pomeriggio a limonare in disco al Docking o al Matisse (poi Celebrità) io passavo il mio tempo a rigare un numero imprecisato di 33 giri suonandoci e risuonandoci sopra il basso elettrico.

Quando poi con altri squilibrati ho cominciato a suonare in una band, la voglia di esibirsi davanti a qualcuno che non fosse la sorella del batterista si è fatta forte.
E quindi è sorto il problema di presentarsi ai locali, senza nessun nome, senza un demo, senza un immagine, solo sulla fiducia.
A questo punto della storia scoprivo che i locali disposti a farti suonare a queste condizioni  sono stranamente non pochi.
Peròpperò…
Chiaramente hanno dei budget limitati, ti rimborsano le spese e spesso solo se gli garantisci un seguito minimo (i tuoi 20 amici soliti. 20 se siete in 5 nel gruppo e se non siete delle facce di pongo altrimenti il gruppo si riduce). Se sei fortunato, assieme al rimborso saltano fuori un panozzo e una media.
Poi un po’ di gente comincia a conoscerti, il nome si è già sentito nell’ambiente. Magari non sei eccelso però hai preparato un certo numero di medley, ti sei comprato degli abiti che non sono il massimo della virilità ma sul palco funzionano. Hai messo giù un logo, delle belle locandine, passi sempre più tempo a curare il repertorio e magari hai messo giù due coreografie (che aiutano ancora meno la storia della virilità).

A questo punto ti rendi conto di una cosa: continui a suonare a rimborso spese. Parti alle 5 di venerdì pomeriggio per essere a Bizzarrone sul confine svizzero, alle 7, monti tutto, fai i suoni, mangi alle 9, aspetti che arrivi gente, cominci a suonare alle 11, finisci alla una. Aspetti che il locale si svuoti lumando un po’ di tipe, sbaracchi quando il locale chiude alle 3, riparti alle 4, ti fermi in autogrill alle 5 e mezz a fare colazione. A questo punto il rimborso spese se ne andato in benza, sighe, due medie, una rivista per adulti un maialino che dice ciao un camogli, cappuccio e brioche. La gente che ti viene e sentire è sempre la stessa: solo i tuoi amici. I locali sono sempre quelli. Non solo, la gestione cambia continuamente. Oppure chiude un locale e ne apre uno uguale a  pochi km. Che dura quanto quello prima.

Insomma il succo della fazenda è che questa politica di prezzi non giova a nessuno.

  • Non giova ai locali che hanno sempre in calendario gruppi mediocri che portano poche persone e che sono sempre quelle. Chi non segue quel gruppo e capita nel locale non ci ritorna di certo. Lo freghi magari due volte, la terza basta. Io dico, se uno vuole andare in un locale a bere un birrino, che je frega della musica dal vivo? Se invece vuole andare in un locale a bere un birrino e a fare quattro salti e sentire un po’ di musica e sa che ci sono le tipe che vanno solo per vedere il cantante di tal gruppo, allora pretende che la musica sia buona, così come le tipe, che il gruppo coinvolga, l’impianto audio sia di qualità e se possibile le tipe siano ciucche a sufficienza e disposte eventualmente a limonare duro. I locali che hanno successo e sono sempre imballati, sono imballati perchè fanno suonare i Rad1 o gli Oxxxa. E fanno suonare sti gruppi perchè hanno successo o è vero il contrario?
  • Non giova al pubblico che locale dopo locale, dopo l’ennesimo gruppo esordiente decide che in disco ci sono più possibilità di accoppiamento. Non solo, il pubblico si convince che il livello medio è quello e magari comincia ad accontentarsi.
  • Non giova ai gruppi che vogliono crescere! Che in questa maniera non vanno da nessuna parte. Continuano a suonare per due lire, non hanno nessuno stimolo economico e manco di altro tipo suonando davanti al solito gruppetto di amici (che tipicamente ti dicono sempre bravo bravo)

Se effettivamente vali qualcosa come gruppo (e qui un po’ di autocritica non fa mai male…) ed effettivamente vuoi crescere una delle cose a cui devi prestare attenzione è la politica dei prezzi.

Certo magari il tuo obiettivo e continuare a fare serate a rimborso spese davanti ai tuoi amici. A differenza di altri, io non ci vedo nulla di male. Non credo che tu stia sottraendo lavoro a nessuno. Non credo che il locale che ti da 30€ a componente per suonare sia disposto a farti suonare a 100€. Non te che sei agli esordi. E non credo nemmeno che sia disposto a spendere 2.000€ per il gruppone che gli porta 600 persone.
Io credo sia una politica un po’ miope ma per carità, non mi fulmino i gestori di locali dove si suona dal vivo. Io racconto solo la mia esperienza e non ho mai gestito un locale per cui non mi fulminate per favore! (anzi contribuite se secondo voi ho detto vaccate)

Bene, cosa centra tutto questo con la fotografia?

Centra, centra.
Sul mercato c’è di tutto. Gente che fotografa matrimoni come secondo lavoro a 300€. Altri che fanno massimo 20 matrimoni l’anno a 3.000€.
Senza entrare nel merito (in questo post, magari in un altro) di quanto è giusto pagare un fotografo per un servizio di matrimonio,  la domanda che mi pongo è: “Che danno fa al mercato il fotografo da 300€?”
Eh, qui qualcosa di differente dal gruppo, il fotografo di matrimonio ce l’ha. Se vai in un locale in cui suona un gruppo skiferrimo magari non ci torni più. Se delle foto del tuo matrimonio non sei soddisfatto, purtroppo te le devi tenere! E, no, non posso toglierti col fotosciop lo scooter da davanti dalla foto dove uscite dalla chiesa.
Un fotografo da 300 ruba davvero clienti ad uno da più di 1.000€? Io non credo.
Dice il papà di playstation Zio chin chun uatà: “Uno che copia 10 giochi per PS non li avrebbe necessariamente comprati tutti e 10. Intanto si è comprato la console e magari ha comprato un paio di giochi che senza console non si sarebbe mai preso.” E se lo dice il babbo della PS… Sti cinesi… no giapponesi, forse. non so, forse la citazione non centra nulla ma era un po’ che volevo buttarla lì.

Bon, ho fatto un discorso che non porta da nessuna parte. In compenso mi sono inimicato fotografi, gruppi e gestori di locali, tutto in un solo post.

Vi lascio con una foto di qualità, fatta da un mio amico che fa  i matrimoni a 5.000 lire:

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